Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Pietracamela è un bellissimo centro montano arroccato sulle pendice del Corno Piccolo e circondato da boschi estesi e rigogliosi, unico comune della provincia ad essere interamente compreso nell’area del Parco Gran Sasso-Monti della Laga.
A differenza di altri paesi della montagna teramana ha pochissime frazioni, Intermesoli e Prati di Tivo, con quest’ultima che da anni è un punto di riferimento per il turismo invernale (e non solo) di tutta la provincia ma anche oltre vista anche la sua collocazione che sfiora i 1500 m s.l.m..
L’abitato è ben tenuto ed è caratterizzato dalla presenza di molte case risalenti al XV e XVI secolo, quasi tutte in pietra attraversate da stradine, viuzze e scalinate molto suggestive. In giro per il borgo di tanto in tanto affiorano i resti delle mura difensive del Cinquecento tra cui una struttura turrita all’ingresso del Comune, vicino alla Chiesa di San Leucio, ancora oggi in buono stato e utilizzata come abitazione.
Nei pressi della Chiesa, la Casa Torre, anticamente utilizzata come torre di avvistamento. Meritano una visita anche la chiesa di San Giovanni (1432), la chiesetta di San Rocco, costruita nel 1530 in occasione della peste che si abbattè sulla cittadinanza, la casa de “Li Signuritte” con bifore del ‘400 e un crocifisso in maiolica. Pietracamela, insieme alla vicina Cerqueto di Fano Adriano, è stata anticamente la “patria” dei cardatori di lana, un mestiere oggi del tutto scomparso.
Dal punto di vista storico è interessante notare come nel corso dei secoli il Comune abbia assunto diverse denominazioni: si va da Pietra Cimmeria di epoca augustea alla semplice Petra del XIV secolo fino ai diversi nomi successivi di Petracameri, Petra Camerii, Petra Camelis oppure Camelii, ma anche Castri Camelorum e oppida Prete Camelorum. Dal Settecento è citata come Pietra Camela.
L’origine del paese non è certa: alcune ipotesi fanno risalire la sua fondazione a popolazioni abruzzesi stanziatesi intorno al XII secolo ritendendo questi luoghi meno esposti alle scorribande nemiche, mentre altre individuano in alcuni gruppi di pastori o cardatori di lana pugliesi i primi abitanti del borgo.
Comunque, le prime citazioni documentate dell’esistenza del paese datano 1324, quando è stato menzionato riguardo alla decima che la chiesa di «San Leutii de Petra in Valle Siciliani» doveva versare pagare per l’annualità della VII indizione. Dal 1526 al 1806, gli avvenimenti storici del borgo sono legati indissolubilmente alla Valle Siciliana, area che includeva territori, paesi e contrade compresi tra i fiumi Vomano e Mavone.
Infatti, nel 1526 questa valle fu regalata da Carlo V d’Asburgo a don Ferdinando (o Ferrante) Alarçon y Mendoza, condottiero spagnolo famoso per essersi distinto nell’assedio di Pavia dell’anno prima. Il Mendoza, quindi, fu nominato marchese della Valle Siciliana e assegnatario anche della baronia di Petra Camerii e i suoi discendenti manterranno il possesso del borgo fino all’eversione della feudalità (attuata con alcune leggi approvate tra il 1806 e il 1808).
Durante l’occupazione francese, Matteo Manodoro, insorgente del posto nonché difensore dei diritti di re Ferdinando IV di Napoli, nel 1779 guidò un’insurrezione contro le truppe francesi di Napoleone III abbattendo gli alberi della libertà e soppiantandoli con le croci.
Manodoro riuscì a battere i Francesi diverse volte, rappresentando una vera e propria spina nel fianco, fino a quando questi raggiunsero Pietracamela, distrussero la sua casa e depredarono il borgo. Nel 1806 finì la lunga stagione del governato della Valle Siciliana e il territorio fu ripartito nei due distretti di Teramo e Penne, entrambi sottoposti alla dominazione francese. Nel 1860, con la fine del Regno di Napoli, il paese fu unito al Regno d’Italia.
La cucina tipica di Pietracamela si inserisce pienamente nella tradizione culinaria teramana montana e in essa un ruolo di primo piano è ricoperto dallo spezzatino di capra, ma va segnalato anche un dolce particolare denominato U mstrariegl (mostrarello, mostriciattolo), a forma di uomo con tanto di corna. Più è brutto più è pregiato e assume valore.
Sito Web: http://www.comune.pietracamela.te.it/
- Intermesoli
- Pietracamela
- Prati di Tivo
Auto
- Da L’Aquila-Roma, A24
Uscire all’uscita Colledara/San Gabriele/Prati di Tivo, proseguire per Montorio al Vomano e seguire la S.S. 80 fino al bivio per Pietracamela e Prati di Tivo. Dopo circa 10 chilometri si arriva a Pietracamela. - Autostrada Adriatica A14 (Ancona-Pescara)
Uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant’Angelo, proseguire per Teramo e poi per Montorio al Vomano, seguire la S.S. 80 fino al bivio per Pietracamela e Prati di Tivo per poi arrivare al paese dopo circa 10 chilometri.