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È situata a Giulianova Paese all’incrocio tra Via Diaz e Via San Francesco e venne edificata nel 1566 su una preesistente chiesa romanica. Inizialmente la chiesa era annessa al convento dei Frati Minori Conventuali, il quale però, con il provvedimento di Compiègne del 25 aprile 1810 che ordinò l’abolizione degli ordini religiosi, fu soppresso e trasferito al Demanio statale e nel 1814 diventò sede della Gendarmeria, delle carceri e dopo degli uffici comunali.
Nel 1930 alla chiesa venne aggiunto il campanile a vela, mentre nel secondo dopoguerra venne totalmente saccheggiata e lasciata in stato di abbandono per decenni. Dal 1982 però, su precisa volontà dell’allora parroco don Domenico Panetta, furono avviati i lavori di ristrutturazione e ripristino che portarono alla sua riapertura il 25 novembre 1984. Oggi si presenta con una semplice facciata in laterizio su cui si apre un portale austero in pietra.
A sinistra si erge un campanile a vela che ospita tre campane, la più piccola delle quali è posta sopra le altre due. Internamente c’è un’unica navata che termina con l’abside in cui è situata la zona presbiteriale che accoglie un altare ligneo intagliato dedicato a Gesù Crocifisso alle cui spalle è sistemato il coro. Sulle pareti laterali si possono ammirare altri quattro altari in stile barocco dedicati al Sacro Cuore di Gesù, a Sant’Antonio da Padova, alla Madonna e a San Giuseppe, oltre a dieci grandi bassorilievi riguardanti scene ispirate ai Vangeli e a due dipinti di Giacomo Farelli (1629-1706).
Ci sono, poi, ai lati dell’altare maggiore, due grandi statue probabilmente di San Bernardino da Siena e di San Bonaventura. Degno di nota è anche l’organo a canne fabbricato nel 1737 dal maestro organaro Onofrio Cacciapuoti di Vasto, collocato nella cantoria realizzata sopra al portale d’ingresso.