Il territorio di Giulianova si estende per 27 km2 all’interno dell’area inclusa tra le foci dei fiumi Salinello (a nord) e Tordino (a sud). A nord confina con Tortoreto, a sud con Roseto degli Abruzzi, a ovest con Mosciano Sant’Angelo e a est con il Mare Adriatico.
Giulianova è sede di uno dei quattro porti della regione, l’unico tra l’altro della provincia di Teramo. Il centro abitato è suddiviso in due porzioni ben distinte: Giulianova Paese (o Giulianova Alta), posta a 70 metri d’altitudine su di una collina a ridosso del mare, e Giulianova Lido (o Giulianova Spiaggia), sviluppatasi durante il secolo scorso e evidentemente più moderna.
Gli insediamenti umani nel territorio di Giulianova sono antichissimi e risalgono quanto meno all’epoca neolitica, come attestato dal rinvenimento di resti e ruderi di centro abitato probabilmente chiamato Batinus, precedente alla stessa Interamnia, già capitale del popolo pretuzio.
Tuttavia un impianto propriamente urbano Giulianova iniziò ad averlo “solo” a partire dal III secolo a.C., quando i Romani fondarono a ridosso della foce del fiume Tordino una nuova colonia battezzata Castrum Novum. Quasi subito si propose come un centro mercantile vivace e un importante snodo di trasporti e comunicazioni, diventando punto di riferimento dell’Agro Pretuziano, anche e soprattutto grazie alla presenza di un porto molto attivo e della Via Cecilia, un non secondario braccio della Via Salaria.
Successivamente acquisì un importante ruolo presso Roma, ad esempio rimanendovi fedele durante le Guerre Puniche, testimoniato dalla scoperta di molte iscrizioni lapidarie, resti di colonne, lastre di marmo impreziosite da sculture e arabeschi, sepolcri di quel periodo, lucerne e anfore e tanto altro ancora.
Nel V secolo conobbe un periodo di relativa difficoltà, ma anche grazie alla posizione strategicamente avanzata e alla presenza del porto romano rimase comunque un importante centro commerciale e avamposto difensivo.
Durante il periodo altomedievale mutò il nome da Kàstron Nòbo a Castrum Sancti Flaviani per commemorare San Flaviano, Patriarca di Costantinopoli e Martire, le cui spoglie, secondo una ricostruzione leggendaria, nel V secolo sarebbero approdate a Giulianova a causa di una terribile tempesta invece che arrivare a Ravenna.
A perenne ricordo di questo avvenimento fu costruito lungo il litorale giuliese un tempio enorme e oggi non più esistente. Tuttavia rimase una profonda traccia del fatto visto che dal XII o XIII secolo il borgo iniziò a chiamarsi Castel San Flaviano. Di questo periodo è anche un suo sensibile rilancio che permise al centro di diventare prospero, prestigioso, culturalmente vivace e commercialmente dinamico, anche grazie al porto a cui era annesso un hospitium destinato a pellegrini e degenti in partenza per la Terra Santa.
In epoca medievale Castel San Flaviano fu incluso nel Regno ostrogoto, nel Ducato di Spoleto, nel Regno di Sicilia e infine nel Regno di Napoli. Nella seconda metà del Trecento divenne dominio dei duchi degli Acquaviva di Atri che la elesse a residenza principale fino alla sua devastazione nel luglio 1460 a seguito della durissima battaglia di San Fabiano d’Ascoli o San Flaviano d’Ascoli (o anche “battaglia del Tordino”) combattuta in prossimità della città fra gli aragonesi e gli angioini.
Per effetto di questi sconvolgimenti e distruzioni si rese necessaria la ricostruzione del borgo, cosa che fu decisa undici anni dopo grazie all’intervento di Ferdinando I di Napoli che il 31 maggio del 1471 autorizzò ufficialmente Giulio Antonio Acquaviva a ricostruire Castel San Flaviano sul luogo che quest’ultimo aveva già indicato, ossia sulla collinetta a quasi settanta metri che dominava la costa, cioè il luogo attuale.
Il nuovo borgo prese il nome di Giulia o Giulia nova e Julia o Julia nova. Durante il XIX secolo i termini Julia e Julia nova caddero in desuetudine, mentre si affermò definitivemente il toponimo Giulia nova o Giulianova e il solo termine Giulia rimase a conferire il nome alla popolazione (giuliese).
I lavori di costruzione della città andarono avanti per diversi decenni e furono fortemente ispirati da criteri di razionalità in voga durante il periodo rinascimentale. Il nucleo storico originario del borgo, in parte ancora visibile oggi, era interamente ricompreso nelle mura fortificate dalla forma di una quadrilatero irregolare, protetto da otto torrioni di cui uno inglobato al palazzo ducale.
L’impianto dell’abitato era radiocentrico e incentrato su un nucleo monumentale rappresentato dal Palazzo degli Acquaviva, dalla fonta pubblica e dall’imponente Duomo ottagonale. Il borgo, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto ospitare circa mille persone, ma in realtà inizialmente accolse solo qualche decina di abitanti, quasi tutti immigrati di altri Stati italiani o di Paesi dell’Europa dell’est (soprattutto Albania).
Arrivò a contare mille abitanti solo alla metà del Cinquecento anche se proprio in questo periodo fu saccheggiata dai Lanzichenecchi e successivamente, in età napoleonica, dall’esercito francese che ne distrusse l’Archivio ducale. Un importante e significativo episodio si registrò il 15 ottobre 1860, quando fu visitata dal re Vittorio Emanuele II in visita di cortesia presso la famiglia amica degli Acquaviva.
A ricordo di questo evento su costruita e sistemata a Piazza della Libertà una statua di bronzo del sovrano realizzata dallo scultore giuliese Raffaello Pagliaccetti. A seguito della sensibile crescita demografica, sempre nel 1860 furono abbattute alcune parti delle mura e il borgo iniziò a espandersi sul resto della collina e verso il mare ove, alla fine del secolo, sorse l’abitato di Borgo Marina, primo insediamento di quella che poi diventerà Giulianova Lido.
Questo periodo storico fu cruciale per la città in divenire, che si arricchì di molte infrastrutture e luoghi molto importanti, tra cui la bella terrazza del Belvedere, la stazione ferroviaria e l’inizio dei lavori del nuovo porto.
A inizio Novecento Giulianova diventò un punto di riferimento per il turismo balneare della costa adriatica e furono erette alcune graziose ville in stile liberty presenti attualmente sul lungomare e lungo viale dello Splendore, nella parte alta della città. Inoltre venne costruito lo sfarzoso albergo Kursaal, ormai da decenni riconvertito a centro congressi, mostre e esposizioni.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Giulianova venne interessata da alcuni bombardamenti aerei, di cui uno, quello degli Alleati del febbraio 1944, fu particolarmente drammatico visto che provocò 24 morti oltre a danni gravi al patrimonio immobiliare della città.
Nel secondo dopoguerra comunque tornò ad essere una delle più importanti città della provincia di Teramo, legando il suo nome soprattutto al turismo balneare e ovviamente alle altre attività marinare.
La cucina di Giulianova non può che trarre la sua ispirazione dal mare. Tra i tanti piatti della cucina marinara uno che va necessariamente segnalato è il brodetto di pesce alla giuliese che come materia prima utilizza il pregiato e gustoso pesce del mare Adriatico.
Gli ingredienti per sei persone sono i seguenti: 4 kg. di un misto di triglie, merluzzi, rombo, coda di rospo, seppie, aragostine, pesce ragno, testone, pannocchie, vongole e cozze, 200 gr. di olio, pomodoro a pezzetti, prezzemolo, aglio, peperoncino, sale (quanto basta) e eventualmente qualche listello di peperone.
Per quanto riguarda la preparazione, innanzitutto prendere una teglia di grandi dimensioni e versarvi olio e tutti i sapori. Quando il sugo inizia a bollire aggiungervi le seppie tagliate a listarelle. A metà cottura delle seppie aggiungere nella teglia il pesce da taglio, le aragostine intere, il pesce ragno e qualche strisciolina di peperone.
Pochi minuti prima della fine della cottura aggiungere anche i merluzzi, le triglie e le sogliole e infine le vongole e le cozze. Cuocere per altri 45 minuti circa. Servire il brodetto in ciotole di terracotta.
- Colle San Massimo
- Colleranesco
- Frazione Case di Trento
- Giulianova (Paese)
- Lungomare Rodi
- Lungomare Spalato
- Lungomare Zara
Auto
- Da Nord: A14 Bologna-Bari in direzione Bari e uscire al casello di Teramo – Giulianova – Mosciano Sant’Angelo.
- Da Sud: A14 Bologna-Bari in direzione Bologna e uscire al casello Teramo – Giulianova – Mosciano Sant’Angelo.
Treno
Molti treni ad alta velocità fermano a Giulianova, che rappresenta uno snodo molto importante per il traffico ferroviario della Regione Abruzzo e dell’intera costa adriatica. Inoltre tutti i treni che fanno tratte regionali fanno scalo alla stazione di Giulianova.