Il territorio di Civitella del Tronto è molto vasto ed è percorso dal fiume Salinello e dal torrente Vibrata. Quest’ultimo, che dà il nome alla valle abruzzese confinante con le Marche, nasce a ovest del paese, nel versante est della Montagna dei Fiori a quasi 1.700 metri di altitudine.
A nord di Civitella c’è Sant’Egidio alla Vibrata e i Comuni marchigiani di Ascoli Piceno e Folignano, a sud Campli, a est Sant’Omero e a ovest Valle Castella, Comune abruzzese della Valle Siciliana dal territorio assai esteso. Civitella, inoltre, è a circa metà strada dal capoluogo di Provincia Teramo (17 km) e da Ascoli (20 km).
Le origini del borgo non sono esattamente collocabili, benché a Ripe di Civitella e nelle grotte Sant’Angelo e Salomone sono stati ritrovati reperti del Neolitico e del Paleolitico Superiore. Tuttavia le prime documentazioni storiche certe risalgono al X-XI secolo, quando il borgo era incastellato, mentre nel Duecento essendo parte del Regno di Napoli assunse una notevole importanza strategica in quanto territorio di confine con un’altra fondamentale entità sovrana, lo Stato della Chiesa.
A metà XVI secolo, precisamente nel 1557, fu territorio di aspre battaglie tra Francesi e Spagnoli e fu cinta d’assedio dall’esercito d’Oltralpe, ma riuscì a resistere tanto da costringere il Duca di Guisa a ritirarsi ad Ancona. Proprio durante questo conflitto cambiò (o meglio, completò) il nome da Civitella a Civitella del Tronto e il suo popolo, per l’eroica resistenza che dimostrò, fu esentato per quaranta anni dal versamento degli oneri fiscali in favore del Regno e a spese del bilancio di quest’ultimo furono restaurati e ristrutturati gli edifici danneggiati e la Fortezza.
Inoltre, dal punto di vista politico-amministrativo, nel 1589 le furono conferiti il grado di Città e il titolo di Fidelissima del Regno da parte di Filippo II di Spagna. Fu di nuovo posta sotto assedio dai Francesi nel 1798 e nel 1806 quando la Fortezza, difesa dal maggiore irlandese Matteo Wade, riuscì a resistere stoicamente per quattro mesi contro l’esercito di Napoleone, ben più numeroso e armato, prima di capitolare onorevolmente il 22 maggio 1806.
Nel 1816, dopo il Congresso di Vienna, fu assegnata al Regno delle Due Sicilie. Ma la fama di Civitella del Tronto è legata soprattutto alle vicende dell’Unità d’Italia. L’esercito piemontese di Vittorio Emanuele II di Savoia cinse d’assedio Civitella a partire dal 26 ottobre 1860.
Mentre il Regno delle Due Sicilie viene gradualmente sconfitto e annesso dalle truppe savoiarde fino a cadere del tutto il 13 febbraio 1861 con la presa di Gaeta e la successiva resa del 17 marzo, data in cui fu proclamata la nascita del Regno d’Italia nel Parlamento di Torino, Civitella cadrà solo tre giorni dopo, il 20 marzo 1861, ossia tre giorni dopo la data ufficiale dell’Unità d’Italia. Per questo Civitella del Tronto è passata alla storia come l’ultima roccaforte del Regno borbonico.
La cucina di Civitella del Tronto si inserisce nella tradizione della cucina teramana, ma può vantare anche tre piatti tipici, radicati nella sua peculiare vicenda storica, ossia i maccheroni con le “ceppe”, il filetto alla borbonica e lo spezzatino alla “Franceschiello”.
Per quanto riguarda i maccheroni con le “ceppe” è importante fare un ottimo ragù (secondo la procedura standard). Innanzitutto si fa la sfoglia nello stesso modo e con gli stessi dosaggi dei classici maccheroni all’uovo. Dopodiché la si taglia a strisce sottili che si devono avvolgere intorno alla cosiddetta “ceppa”, cioè un bastoncino sottile di legno o di metallo (simile ai ferri usati per fare la calza). Sfilando la “ceppa” si ottiene una sorta di bucatino, ossia un sottile tubetto che, vista la sua conformazione, trattiene meglio il sugo.
Il filetto alla borbonica, invece, è un secondo che si fa con il filetto di vitellone. Lo si prende, lo si infarina e lo si rosola in burro innaffiandolo con vino secco marsala. A parte si abbrustolisce un crostone di pane dove si sistema il filetto, coprendolo a sua volta con acciughe e mozzarella. Una volta che la mozzarella è fusa si può servire il filetto cospargendolo con il sugo di cottura.
Infine lo spezzatino alla “Franceschiello”. Si tratta di uno spezzatino di carni miste, pollo, agnello e manzo, che deve essere cotto con aglio, alloro e prezzemolo. Va servito accompagnato da sottaceti e olive verdi.
Mercato: Lunedì
Gemellaggi: Salisburgo, 26-27 maggio, 28-29 luglio 1989 (gemellaggio con la fortezze di Hohensalzburg, Mauterndorf e Werfen)
Sito Web: http://www.comune.civitelladeltronto.te.it/
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Dall’A14 direzione Ancona, seguire per San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno, continuare sulla superstrada Ascoli-Mare RA11 fino all’uscita di Ascoli, quindi proseguire lungo la Strada Statale 81 direzione Civitella del Tronto. - Da Sud
Dall’A14 direzione Pescara, uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant’Angelo, prendere la Strada Statale 80 in direzione Teramo, proseguire lungo la SS81 direzione Civitella del Tronto. - Da Pescara
Percorrere la Strada Statale 16 in direzione di Chieti, continuare sull’A14, uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant’Angelo, prendere la Strada Statale 80 verso Teramo, proseguire lungo la Strada Statale 81 direzione Civitella del Tronto. - Da Chieti
Percorrere la Strada Statale 81, imboccare l’A14, uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant’Angelo, prendere la Strada Statale 80 verso Teramo, proseguire lungo la Strada Statale 81 direzione Civitella del Tronto.