L’Abruzzo è una terra popolata di miti e leggende, paesaggi selvaggi e luoghi spirituali. Gli eremi e le abbazie sono numerosi, tutti accomunati dal senso di raccoglimento e silenzio che solo le alte vette possono donare al viaggiatore che sceglie di inerpicarvisi.
Da sempre, la quiete e la possibilità di isolarsi dal mondo esterno hanno reso alcune aree particolarmente adatte per questo cammino verso la perfezione spirituale.
Grotte di Sant’Angelo (Ripe di Civitella)
Un legame inscindibile tra territorio e presenza monastica che nella vallata del Salinello è ancora oggi testimoniato dalle oltre quaranta grotte, non tutte ancora esplorate appieno, scelte dagli eremiti come rifugio.
Quello di Sant'Angelo a Ripe di Civitella del Tronto (TE), è un santuario rupestre solitario e superbo, incastonato nel cuore della montagna e lambito dalle limpide acque del Salinello, sul versante meridionale del Monte Girella, o Montagna dei Fiori.
Vi si giunge attraverso un percorso obbligato in mezzo alla natura, mediante una strada disegnata tra anfratti e spuntoni di roccia; percorrendola, la vista si libera si riappropria di un ambiente rimasto immutato nei secoli.
La grotta principale, cuore dell'intero santuario, è altra circa tre metri ed affonda nella roccia per quindici metri. La valenza sacrale del luogo è subito rilevabile dalla presenza di due altari, di cui uno è ad oggi visibile solo nella lastra da mensa, in prossimità della parete di fondo. Salendo alcuni scalini, sulla destra, si accede a quella che è una grande finestra naturale spalancata su un’incantevole vista panoramica che dalla vallata del Salinello giunge fino all’Adriatico.
Furono gli studi del medico ed archeologo Concezio Rosa, sul finire del 1800, portati avanti dall'Università di Pisa negli anni Sessanta del Novecento, a conferire a questo luogo il giusto rilievo.La Grotta di Sant'Angelo risultò infatti frequentata già 10.000 anni a.C., i reperti in essa rinvenuti coprono infatti un arco temporale che va dal Paleolitico Superiore, all'Età del Bronzo Medio, a quella del Ferro, giungendo fino ai nostri giorni.
Santa Mari dei Lumi (Civitella del Tronto)
Posto poco fuori dalle mura cittadine, quasi al confine tra Abruzzo e Marche, su un colle ameno dal quale si domina con lo sguardo sia il litorale abruzzese che l’entroterra ascolano, ‘sorvegliato’ dai cosiddetti Monti Gemelli, sorge l’antica Grancia benedettina di S. Maria.
La vita cristiana e il ruolo sociale del Convento hanno sempre tratto la loro originalità soprattutto dalla devozione alla Madonna dei Lumi. Il nome deriva da un prodigioso fenomeno più volte ripetutosi nella seconda metà del ‘600: angeli festanti sembravano da lontano come delle luci attorno al Santuario. Da questo tempo ebbe la Madonna il titolo di S. Maria dei Lumi o de la Lumera. I fedeli amano rivolgersi a Lei anche con il titolo di Madonna de la piova perché sia il 20 maggio 1779, sia il 27 aprile 1893 si ottenne per sua intercessione l’implorata pioggia. E’ per questo che la festa in onore della Vergine – ancora una delle più importanti della zona – viene fatta il 27 aprile di ogni anno.
Scala Santa (Campli)
Il sommo privilegio della Scala Santa fu attribuito alla città di Campli da un editto di papà Clemente XIV nel 1772. La Scala consta di ben ventotto gradini in legno di dura quercia, da salire in ginocchio e a capo chino (le donne col capo coperto), pregando secondo il volere del Papa e chiedendo perdono dei propri peccati. Una dura penitenza, ma le ricompense per i fedeli sono l'assoluzione dai propri peccati e l'Indulgenza Plenaria con lo stesso valore di quella ottenibile pregando sulla ben più famosa Scala Santa di Roma.