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Paliotto in argento
All’interno del Duomo è conservato il Paliotto in argento, o Antependium in latino, dell’orafo ed artista Nicola da Guardiagrele, che vi lavorò per 15 anni, come riportato sull'opera stessa, dal 1433 al 1448.
Fu commissionato da Giosia d’Acquaviva feudatario della Regina Giovanna I d’Angiò, per sostituire quello rubato nel 1416 nel corso dei disordini che seguirono l'ascesa al trono della regina Giovanna II d’Angiò alla morte del fratello Ladislao I.
È composto da 35 formelle in argento dorato cesellate e sbalzate, allineate su una tavola in legno di quercia, trattenute tra loro da 22 tessere romboidali con raffigurazioni e smalti colorati di San Giovanni, della Madonna con Bambino, di Cristo, San Paolo, San Pietro, 9 Apostoli e 8 profeti.
Al centro si trova la raffigurazione di Cristo Redentore, affiancata a destra da 4 Dottori della Chiesa e, a sinistra, dai 4 Evangelisti; seguono altre scene tra, cui San Francesco e le Stimmate, la Vita di Gesù dall’Annunciazione alla Pentecoste nel Cenacolo, mentre sul bordo sono incastonati 26 piccoli triangoli con decorazioni floreali su fondo blu.
Immagine Paliotto: www.vario.it
Polittico di Jacobello del Fiore
Il polittico, una pala d’altare costituita da singoli pannelli separati, fu realizzato nel secondo decennio del quattrocento dall'artista veneziano Jacobello del Fiore (circa 1370-1439) per la chiesa di Sant'Agostino, dove rimase fino al secolo XVII, quando fu poi spostato all'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo).
È costituito da sedici tavole disposte su due file, incorniciate a fondo oro disposte su due file, il tutto incorniciato da una ricca carpenteria lignea dipinta in oro, di stampo gotico, con decorazioni vegetali, profeti ed Evangelisti nei pinnacoli. La parte bassa presenta le tavole più importanti, con i santi a figura intera. La rappresentazione centrale è un Cristo che incorona la Vergine.
Al di sotto è raffigurata la città di Teramo, com'era all'epoca, racchiusa tra i due fiumi che formano una Y : questa immagine nel corso del tempo, è divenuta uno dei simboli della città ed ancora oggi è richiamata nel logo dell'Università di Teramo.
A cura di Ilaria Riccioni
Immagine Polittico: www.teramomusiva.it