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Chi viene a scoprire l’Abruzzo e soprattutto la nostra bella provincia Teramana, non può non assaggiare uno dei Prodotti agroalimentari tradizionali abruzzesi per eccellenza, l’ARROSTICINO!!!
Gli arrosticini (detti anche rustell', rustelle, arrustelle in diversi dialetti abruzzesi) sono spiedini di carne di pecora tipici dell'Appennino, in particolare della cucina abruzzese. Sono strettamente legati alla tradizione pastorale dell'Abruzzo e al conseguente consumo di carne di ovino (castrato o pecora).
Diffusi in tutta la regione soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, il loro luogo d'origine è spesso ricondotto alla fascia sud-orientale del Gran Sasso d'Italia, nella zona dalla Piana del Voltigno, al confine tra le province dell'Aquila, di Teramo e di Pescara.
Gli arrosticini sono espressione culinaria principalmente della pastorizia stanziale e solo in minor parte della transumanza, pratica per secoli molto diffusa in Abruzzo fino all'avvento della meccanicizzazione agricola nel XX secolo: si narra infatti che essi furono inventati negli anni trenta da due pastori del Voltigno, che tagliarono carne di pecora vecchia in piccoli pezzi per non sprecare cibo, prendendone anche dalle zone vicine alle ossa dell'animale. I piccoli pezzettini di carne sarebbero diventati spiedini venendo inseriti su bastoncini di legno di “vingh”, una pianta che cresce spontanea lungo le rive del fiume Pescara, per poi essere cucinati alla brace all’aperto. Il metodo di preparazione degli arrosticini, originariamente pensato per cercare di rendere appetibili i tagli di carne meno pregiati, ottenne risultati così apprezzabili da essere applicato ben presto ai tagli migliori.
La preparazione consiste nel tagliare la carne in tocchetti e infilarli in spiedini (in dialetto detti «li cippe» oppure «li cippitill»). Gli arrosticini sono poi cotti alla brace, normalmente utilizzando un braciere dalla caratteristica forma allungata a canalina definito, in base al dialetto della zona, «fornacella», «furnacella», «rustillire», «canala» o «canalina». La forma della canalina garantisce la concentrazione di un'alta temperatura nella porzione di spiedino dove è posizionata la carne, lasciando invece a temperatura ambiente le due estremità dello spiedino, così da non bruciare gli spiedini ed evitare di scottare al contatto né la mano né la bocca del consumatore. Durante la cottura la carne sarà quindi semplicemente salata senza bisogno di altri condimenti.
Per la riuscita dell'arrosticino, molto dipende anche dalla cottura e dalla griglia utilizzata, dalla temperatura della brace, ma soprattutto dal costante controllo del cuoco. A seconda delle preferenze, gli arrosticini possono avere diversi gradi di cottura e salatura, purché si abbia cura di non seccare la carne.
Sono da evitare cotture al forno e in padella perché non garantiscono il mantenimento della morbidezza della carne unitamente alla rosolatura della sua superficie; errore che spesso compiono i turisti che decidono di portare con se, al ritorno dall’Abruzzo, questo “succulento souvenir”.
Gli arrosticini sono solitamente serviti accompagnati da fette di pane casereccio cosparse di olio extravergine di oliva («pane 'onde»), spesso poste anch'esse sulla brace e si abbinano egregiamente a vini rossi tra cui classicamente quelli derivati dal vitigno Montepulciano, in particolare il Montepulciano d'Abruzzo. Comune ormai, specie d'estate, anche l'abbinamento con la birra.
Possono essere agevolmente preparati ovunque e sono pertanto spesso considerati cibo di strada. La tradizione nelle nostre zone è quella di cuocere e consumare gli arrosticini all'aperto, immersi nella natura in scampagnate, arrampicate in montagna, gite al lago o situazioni simili, come anche in sagre e feste di paese.
Se vieni in Abruzzo e chiedi a qualcuno dove poter andare a cena, sicuramente tra i ristoranti consigliati ci saranno quelli che preparano gli arrosticini, sparsi ovunque sul territorio.
Perciò che dire…altro che il moderno Street Food… “nu c’avème l’ARRUSTELL!!!”