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Il Saltarello (o Saltarella) è un ballo tradizionale di area abruzzese, in parte delle Marche, del Molise e della Basilicata e in alcune aree del Lazio fino al 1927 sotto l'amministrazione abruzzese, molto affine con le tarantelle meridionali. La forma più diffusa è la saltarella in coppia, ma si conservano anche esempi di saltarella a quattro persone o in cerchio.
Il saltarello dovrebbe discendere direttamente dalla “saltatio”, il ballo più diffuso nella Roma antica. Le prime fonti certe riguardo all'origine del saltarello sono comunque da ricercare nel XIV sec. Nel XVIII e XIX sec. si è sviluppata per mano di numerosi artisti italiani e stranieri una ricca iconografia con scene di saltarello.
In ambito popolare attuale, il genere musicale del saltarello ha molte affinità con la tarantella dell'Italia meridionale e viene chiamato al femminile “saltarella”, secondo un'usanza molto diffusa nel Regno di Napoli, così come per la ballarella, la pizzica, la tammurriata, la zumparella, ecc.
Gli strumenti musicali utilizzati sono: l’organetto (in dialetto Abruzzese: ddu’botte o anche fisarmonica diatonica), la Zampogna, il Tamburello e l’Armonica a bocca.
È un ballo di corteggiamento nel quale le coppie si dispongono in cerchio e, a turno, si portano al centro per eseguire il rito della seduzione. Le coppie si danno costantemente il cambio in una sorta di gara di resistenza che aumenta al ritmo incalzante della musica.
Nel ballo di coppia i ballerini cercano di sincronizzarsi a tempo di musica per poi effettuare passi incrociati saltati, posizionando sempre un piede dietro l'altro che è fatto strisciare in avanti prima di ricevere il peso di tutto il corpo. Il passo può essere anche semplicemente saltato ed il piede, scaricato dal suo peso, viene scalciato energeticamente in avanti per poi essere affiancato nuovamente all'altro che ripete la sequenza.
Lo storico Nicolino Farina in una recente ricerca, realizzata per conto del GAL Gran Sasso Laga e riportata in una pubblicazione “Saltarello, simbolo dell’Abruzzo goioso”, sottolinea che “il saltarello si colloca in Abruzzo e nel centro Italia, territorio degli Italici, che animavano feste e cerimonie con canti e balli frenetici propiziatori e di corteggiamento. Se ne hanno notizie certe dal 1300 con un testo italiano conservato al British Museum e in un testo letterario del 1400. Ma la cosa straordinaria e fortemente legata all’Abruzzo e al teramano è la pittura della natività realizzata da Andrea de Litio e conservata cattedrale di Atri, raffigurante danzatori che saltano al suono di una zampogna”.
Il Saltarello è un elemento importante della storia abruzzese condiviso con le altre regioni limitrofe, un patrimonio storico e culturale "immateriale" ricco e variegato, che rappresenta la nostra identità.
La storia dell’Italia Centrale è legata alle economie della pastorizia e della terra e alle migrazioni stagionali di lavoratori e greggi che hanno dato vita a culture musicali simili ma con differenze che ne arricchiscono la varietà di balli e suoni; tanti i canti della tradizione popolare, tra cui gli immancabili “Vola Vola Vola”, “Mare Maje (Scura Maje)” e “Addije, addije amore”, solo per citarne alcuni.
Il ballo indubbiamente rappresenta la tradizione musicale legata alle feste e al dopolavoro in ambito contadino e pastorale, fonte di divertimento, gioiosità e allegria tra la gente e assume diverse sfumature passando da comune a comune, da provincia a provincia. Tra le varianti di saltarello, il più radicato in Abruzzo è proprio quello detto "Teramano".
Nel 2014, nell'ambito di un operazione di ricerca e rivalutazione della tradizione musicale abruzzese, nasce L'ORCHESTRA POPOLARE DEL SALTARELLO, il cui obiettivo è quello di ricostruire in musica il percorso dei tratturi lungo il quale si è sviluppato e propagato il celebre “Saltarello" dandogli una veste del tutto moderna e innovativa che permetta a un vasto pubblico intergenerazionale di conoscere la musica tradizionale del territorio.
L’ideatore del progetto è il musicista Danilo Di Paolonicola, autore delle rielaborazioni e trascrizioni. Teramano di origine, considerato tra i migliori fisarmonicisti e organettisti del mondo.
L’Orchestra Popolare del Saltarello propone un repertorio di brani popolari abruzzesi, che va dalle canzoni più rappresentative della nostra tradizione alle Saltarelle, Spallate e Ballarelle utilizzando un organico formato da 10 straordinari musicisti e un coinvolgente corpo di ballo che insieme fanno ripercorrere un viaggio lungo le antiche vie della Transumanza.
L’organico è formato da Organetto, Fisarmonica, una sezione vocale, una sezione di organetti e fisarmoniche, chitarre, mandolino, zampogne, flauti, tamburelli, basso e batteria che interpretano il repertorio di tradizione abruzzese con originalità e freschezza.
In simbiosi con questo progetto nasce nello stesso anno una importante manifestazione, IL FESTIVAL DEL SALTARELLO, che si pone l'obiettivo di far conoscere e apprezzare il Saltarello in tutte le sue sfumature e di esaltare la tradizione musicale abruzzese, partendo dai fondamenti tradizionali e popolari di questo fenomeno musicale ,portandolo nel contemporaneo e declinandolo nel contesto attuale al fine di farne uno strumento di confronto e conoscenza.
La manifestazione è ideata e promossa dal GAL Gran Sasso Laga, impegnato nella promozione del turismo sostenibile e nella valorizzazione delle risorse locali e convinto sostenitore del fatto che questo ricco patrimonio folkloristico può essere importante per creare nuove forme di promozione e valorizzazione culturale dei territori, alimentare pratiche di turismo esperienziale e produrre processi economici sostenibili che possono fornire utili sbocchi professionali alle nuove generazioni.
Il Festival nel corso del tempo è divenuto un contenitore al cui interno vivono differenti momenti: la valorizzazione delle culture locali come patrimonio di identità e conoscenza, il supporto allo sviluppo di nuove forme di imprenditoria sostenibile basate sulla cultura e sul turismo e la promozione e lo scambio con le altre culture musicali del territorio italiano e del resto d’Europa.
Possiamo quindi concludere che IL SALTARELLO rappresenta un importantissima risorsa per il nostro territorio, da tramandare con orgoglio!
A cura di Enrica Pierantozzi