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Oggi torniamo a Castelli, in vista dell'appuntamento del 20 e 21 maggio "Buongiorno Ceramica".
Quanti conoscono le origini di questa produzione? Bene, se non ne avete idea, ve la raccontiamo noi.
Sappiamo che la nascita della ceramica a Castelli si deve soprattutto alle caratteristiche naturali di cui era ricco il borgo, in particolare all'abbondante presenza di cave di argilla, i sedimenti di silice e corsi d'acqua, oltre che a boschi di faggio per fare legna ed alimentare i forni.
Questo portò alcuni monaci benedettini ad introdurre ed avviare la produzione di ceramica durante il XII secolo, che da quel momento in poi divenne il simbolo del paese. Furono proprio i monaci che insegnarono agli abitanti del paese ad utilizzare l’argilla, per realizzare oggetti tipici di uso comune, stoviglie per lo più.
Da allora il paese ha vissuto di ceramica e, dalla seconda metà del 1500, questa arte vive il suo periodo di massimo splendore divenendo l’unica vera economia, quando grandi maestri hanno fatto di questo prodotto un'arte raffinata apprezzata anche nelle corti dei re, tanto che ancora oggi la maggior parte della popolazione è dedita alla nobile arte.
Ma che cos'è la maiolica?
La maiolica è una tipologia di produzione ceramista, costituita da terra cotta di colore rosso, ricoperta da uno strato di smalto bianco lucido e impermeabile con cui produrre opere in terraglia, gres o porcellana.
Le maioliche castellane divennero così famose sul mercato internazionale che come testimonia Fabio Placidi nel 1729, “A Dresda, d’onde vengono in Italia le tanto stimate chicchere di Sassonia, si tengono in molto pregio le chicchere che lì si chiamano di Napoli, e si lavorano nella Duchea di Atri. Le quali, per quelle pitture veramente mirabili per il disegno e per il colorito, possono stare a tavola rotonda con tutte le porcellane europee ed oltremarine”.
Con l'800 però, il patrimonio artistico di Castelli rischiò di scomparire, a causa soprattutto della produzione di tipo industriale e della concorrenza della porcellana. Ne consegue anche il tramonto della bottega tradizionale dove un tempo avveniva la formazione artistica e tecnica.
Si decise allora di fondare una scuola per rieducare i giovani all'arte del disegno, e nel 1906 venne fondata la "scuola d'arte applicata alla ceramica" divenuta poi nel 1960 Istituto Statale d'arte per la ceramica Francesco Grue.
Oggi passeggiando per le vie del borgo, stupisce come il patrimonio artistico castellano continua ad essere fonte attuale di produzione nelle tante botteghe artigianali e dei laboratori, dove potrete ammirare artigiani intenti nel loro lavoro; dove verrete avvolti dalla cortesia e dall'immensa passione che si tramanda da generazione in generazione, da padre in figlio.
Per avere una visione più completa non può mancare una visita al locale Museo delle Ceramiche dove viene ripercorsa tutta la storia della ceramica castellana, dalle origini fino al Novecento.
A cura di Ilaria Riccioni
Foto di Ilaria Riccioni