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Avete mai sentito parlare della leggenda dei briganti a Fano Adriano? Ci troviamo all’Eremo dell’Annunziata a Fano Adriano (Teramo), in uno dei punti più suggestivi d’Abruzzo. Situato su Colle San Marcello, in una spettacolare posizione, l’eremo dell'Annunziata è una chiesa-romitorio che è databile al XVI secolo, grazie ad un blocco di pietra riutilizzato in uno degli ingressi laterali.
La struttura è stata identificata sia come una fortificazione medioevale, sorta in un luogo strategico da cui si domina la valle del Vomano, sia come edificio sviluppatosi su un'antica struttura ecclesiastica, la cui esistenza è avvalorata da un'epigrafe menzionata nei registri parrocchiali del 1473. In passato tanti sono stati i pellegrini che percorrevano il sentiero che parte da Fano Adriano per arrivare in questo luogo definito «magico», dove venivano organizzate processioni per la guarigione degli ammalati gravi del paese.
Ad esse partecipavano anche i bambini che, guidati da una donna anziana, salivano all’Annunziata recitando il rosario. Numerose sono le testimonianze, come attestano i tanti ed interessanti ex-voto conservati all'interno dell'edificio.
Ma arriviamo al dunque: cosa c’entrano i briganti? La storia di cui parleremo è legata a una leggenda che i Fanesi custodiscono segretamente da generazioni.
Si narra che l’eremo sia il luogo segreto dove alcuni briganti, intorno all’800, sotterrarono un tesoro sul colle San Marcello, in direzione del Monte Corvo. Sotto la pianta di abete bianco, la cui terra è sempre un po’ abbassata, si dice che per proteggere il tesoro i briganti uccisero uno di loro, cosicché chiunque si fosse avvicinato avrebbe visto uscire dalla terra lo spirito del brigante ucciso, inducendo «i cercatori del tesoro» a scappare.
Probabilmente più recenti studi avvalorano l'ipotesi che questo presunto tesoro nascosto sia quello del Barone Civico di Leognano, che nel 1815 è stato rapinato dai briganti all'interno del suo palazzo. Questo tesoro, fatto di monete e gioielli, fu spartito dai briganti, scappati poi proprio da queste parti.
Non è, quindi, inverosimile che il tesoro del Barone venne nascosto all'Annunziata, che era una delle basi dei briganti. Ad oggi nessuna traccia è stata riconducibile a questa storia che riecheggia per le vie di Fano; molti sono stati gli scavi effettuati che hanno però riportato alla luce un distrutto tempio pagano, da cui deriverebbe il nome del paese "fanum", ovvero tempio.
A cura di Ilaria Riccioni
Foto Ilaria Riccioni