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E’ a Teramo, poco distante da piazza Garibaldi, esattamente sul colle di San Venanzio, che ha origine la bellissima storia del Castello della Monica.
Un castello di origine recente, ma che a prima vista sembra appartenuto a epoche lontane e che si erge sui ruderi dell’antica chiesa di San Venanzio.
Lo stile del castello è composito e include elementi romanici, gotici, medievali, con ricchezza di torri, archi e decorazioni. Lo stesso Gennaro della Monica scrisse : “Non si tratta di un esempio di revival gotico propriamente detto, ma è, per più aspetti, rappresentativo della cultura figurativo-letteraria e della sensibilità del Settecento e dell’Ottocento. Il complesso prende lo spunto dal gusto settecentesco del pittoresco, si alimentò dell'ideologia romantica stimolata dalla riscoperta del castello - e del Medioevo - il tutto in forme e decorazioni attinte con molta libertà e inventiva dal repertorio gotico con contaminazioni moresche”.
Il castello era la dimora dell’artista e lui passo' l’intera vita ad abbellirlo e a dipingere ogni singolo angolo del suo palazzo. E' neogotico ed è stato costruito dall’architetto, scultore e pittore Gennaro della Monica. Egli decise di iniziare la sua costruzione nel 1889 e la portò a termine nel 1917.
Il motivo per cui ci mise molto tempo per finire di costruirlo, è da accreditare a una predizione di una zingara, che gli disse che quando avrebbe terminato la costruzione delle sua dimora, egli avrebbe cessato i vivere. Decise, quindi, di ampliare la costruzione del palazzo aggiungendo il borgo, con due edifici dall’aspetto decadente e mediovale, con l’aggiunta di una dipendenza di servizio e dei giardini a terrazzo.
Nel borgo vi era anche una fornace, la fornace Salvatori, dove furono prodotti tutti i mattoni per le case. Passeggiando per le sue vie, grazie alla cura dei minimi particolari - dagli architravi, alle finestre, alle volte, cancelli e affreschi - si aveva l’impressione di trovarsi all’interno di una vera e propria cittadina medioevale.
Vi è un'ulteriore leggenda che ci narra di affreschi e statue che rappresentano cavalieri templari e crociate, di guerre sacre, di religione. Ci sono delle foto d’epoca con Della Monica vestito da monaco, nel giardino della sua dimora.
All’interno del castello, Gennaro Della Monica, collocò il suo studio, dove raccolse una enorme enorme quantità di appunti, studi e disegni, realizzati nel corso della costruzione dell’intero edificio.
Dopo la morte di Gennaro Della Monica (sopraggiunta nel 1917) fu Vincenzo Bindi, lo storico dell’arte nativo di Giulianova, a proporne per primo l’acquisizione da parte del Comune per destinarlo a sede del Museo civico. La proposta però, criticata da più parti, fu subito accantonata. La proprietà rimarrà in mano agli eredi di Della Monica fino al 1978, quando il nipote dell’artista, con lo scopo di evitare che il castello venisse suddiviso tra tutti gli eredi e quindi frazionato, decise di cedere l’intera proprietà al Comune di Teramo.
Per molti anni il castello è stato lasciato in uno stato di totale abbandono, fino a quando gli interventi di alcune associazioni di cittadini e dell’esperto critico d’arte Philippe Daverio hanno saputo riportare l’attenzione su questa meravigliosa costruzione. I primi lavori di restauro iniziano nel 2000, poi ripresi nel 2015 e terminati definitivamente quest’anno.
A cura di Carusi Fabiola
Foto di Ilaria Riccioni